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domenica 4 gennaio 2015

Per l'Epifania: la Galette des rois à la frangipane


 
A chi sarà capitato di leggermi, non sarà sfuggita la presenza, nel blog, di ricette e spunti francesi
per via della famiglia di mia madre.
 
Quindi, dopo la pausa natalizia, ho pensato che il rientro potesse avvenire con la "Galette des rois" che, in territorio francese, è tradizione gustare durante il giorno dell'Epifania
- per festeggiare l'arrivo dei Re Magi (i "rois" appunto) -
 e che anche io, da bambina, avevo la fortuna di trovare sulla mia tavola.
 
Si tratta di uno scrigno di pâte feuilletée inversée
(che i più - me compresa - sostituiscono con la pasta sfoglia già pronta)
 che racchiude una voluttuosa crema frangipane aromatizzata al rhum scuro.
 
La Galette des rois, inoltre, è parente stretta del Phitiviers
- dolce che prende il nome dall'omonima cittadina situata nel Loiret, nella regione del Centro -
ma la differenza sta nel ripieno: crema frangipane (ossia crema pasticcera unita a crema di mandorle) nella galette, sola crema di mandorle nel phitiviers.
 
La tradizione legata al consumo di questo dolce, poi, è piuttosto divertente: nella galette viene nascosto un oggettino di ceramica (anticamente raffigurante Gesù bambino, sostituito, durante il periodo rivoluzionario, da un berretto frigio) o, più semplicemente, una fève (fava) e,
 divisa la torta in porzioni, il commensale più giovane, si accuccia sotto il tavolo e indica a chi servire le fette, tenendone una per sé.
Colui che troverà la fava sarà proclamato il "re della giornata" a cui tutto sarà permesso e tale sarà incoronato con una coroncina di cartone dorata che ogni bravo boulanger fornisce con l'acquisto di ogni galette.
 
Quella che vi propongo è la versione del maestro Pierre Hermé.
 
Galette des rois à la frangipane
(tratta da "Larousse des Desserts" di Pierre Hermé)
 
INGREDIENTI:

 pâte feuilletée inversée
(o due dischi di pasta sfoglia)

- per la crema pasticcera:

125 ml. latte fresco intero
1 tuorlo
10 g. amido di mais
30 g. zucchero semolato
12,5 g. burro morbido
una stecca di vaniglia

- per la crema di mandorle:

100 g. farina di mandorle
85 g. zucchero a velo
65 g. burro morbido
1 tuorlo
5 g. amido di mais
un cucchiaino di rhum scuro
 (imprescindibile, per me, il Negrita Bardinet)

-per dorare:
1 tuorlo
un po' d'acqua

PREPARAZIONE:

Preparate la crema pasticcera mettendo in una casseruola l'amido con metà dello zucchero.
Versate il latte e sbattete con la frusta.
Tagliate per la lunghezza la stecca di vaniglia.
Con la punta di un coltello raschiate la parte interna e fate uscire i semini.
 Versate il bacello e i semini nella casseruola.
Portate a bollore sempre sbattendo con la frusta.

In un’altra casseruola, sbattete il tuorlo con lo zucchero rimanente.
 Aggiungete il contenuto della prima casseruola a filo, continuando a mescolare con la frusta.
 Appena la crema prende il bollore toglietela dal fuoco, eliminate la stecca di vaniglia
e coprite immediatamente la crema con della pellicola trasparente direttamente a contatto con essa di modo che non si formi quell'antipatica pellicina.
 Quando la crema sarà raffreddata, aggiungete il burro sbattendo vigorosamente con la frusta, poi il rum. Tenete da parte.
 
Ora preparate la crema di mandorle mescolando lo zucchero al velo, l'amido di mais e le mandorle in polvere passati prima al setaccio.
Mettete il burro in una bowl e lavoratelo fino a che sarà morbido,
quindi aggiungete l'amido di mais, la farina di mandorle, lo zucchero a velo ed il rosso d’uovo, sbattendo con la frusta.
Terminate versando la crema pasticcera.
 
Preriscaldate il forno a 180°C.
 Posate un disco di sfoglia su carta da forno.
Disegnate a 3 cm dal bordo un cerchio che eviterà alla crema pasticcera di fuoriuscire.
Versate la crema lasciando liberi i 3 centimetri dal bordo, quindi passate nel bordo interno un pennello imbevuto nell’acqua fredda per poterla fissare meglio.
Spalmate la crema.
Coprite con il secondo disco di pasta sigillando i bordi e esercitandovi delle leggere pressioni perché aderiscano perfettamente.
 
Mescolate il tuorlo con un po’ d’acqua e spennellate la superficie della sfogliata.
Praticate con la punta di un coltello delle strisce lungo tutta la sfogliata
e fate cuocere per 25-30 minuti a 180°.
 
 
 
Servite una volta fredda.




 




 
 
 

sabato 20 dicembre 2014

Vanillekipferl - cornetti alla vaniglia

 

 
A Natale è usanza preparare e regalare i biscotti - e questo ogni foodblogger lo sa benissimo, sono settimane che da un blog all'altro rimbalzano biscotti di ogni tipo - e così, anche io, ho voluto onorare la tradizione: i biscotti li ho preparati...fa lo stesso se non li ho regalati? ;) 
 
La scelta è ricaduta sui vanillekipferl, stretti parenti del kipferl (croissant in Francia e cornetto in Italia) ossia dei biscotti natalizi tipici dell'Austria,
ma che è facile trovare anche nelle cucine tedesche e altoatesine.
 
Il kipferl, forse non tutti lo sanno, è legato alla storia e precisamente al tentativo
dell'impero ottomano di conquistare l'Europa e minacciare l'intera cristianità.
 
Nel 1683, i Turchi, che erano giunti fin sotto le mura di Vienna, stavano tentando di espugnare la città dal basso, costruendo una fitta rete di gallerie sotterranee.
Pare, però, che,
e a questo punto la storia si confonde col mito,
gli unici austriaci svegli di notte - ossia i fornai - sentendo dei rumori sospetti diedero l'allarme consentendo così, dopo lunghe battaglie, la resa turca.
 
Il re di Polonia, Giovanni III Sobieski, che aveva guidato le truppe cristiane sino alla vittoria,
chiese ai fornai viennesi di creare un dolce per celebrare l'avvenimento e venne così ideato il kipferl, cioè la mezzaluna, con un evidente rimando al simbolo dei vinti.
 
Vanillekipferl
(da "Dolci Dolomiti" di H. Gaisteger)
ricetta letta qui
 
INGREDIENTI:
 
150 g. farina 00
60 g. farina di mandorle
110 g. burro freddo, di buona qualità
60 g. zucchero a velo
2 tuorli
i semi di mezza bacca di vaniglia
un pzc. sale
 
zucchero a velo per completare
 
PREPARAZIONE:
 
In una ciotola setacciare la farina, poi amalgamarla a quella di mandorle e al sale.
 
Unire il burro a pezzi
(io uso il Milbona, ottimo burro da centrifuga tedesco, che trovo da Lidl ed MD)
e lavorare con la punta delle dita sino ad ottenere una sorta di composto bricioloso.
 
Aggiungere lo zucchero e i semini di vaniglia.
 
Unire i tuorli ed impastare velocemente fino ad ottenere un bel panetto omogeneo.
 
Avvolgetelo nella pellicola trasparente e tenetelo in frigo almeno un'ora.
 
Riprendete l'impasto e, bilancia alla mano, dividetelo in tanti pezzi da 25 grammi.
 
Da ogni pezzo ricavate un cilindro di circa 11-12 cm.

 
Dategli la forma di una mezza luna e disponete i biscotti così ottenuti su una teglia
foderata di carta forno.


 
Infornate a 180° per 10 minuti.
 
Saranno pronti quando la base avrà assunto un bel colore dorato.
 
Completate con lo zucchero a velo e conservateli chiusi in una scatola di latta.
 



 
Con questa ricetta Miel&Mandorle vi augura di trascorrere un sereno Natale circondati dall'amore dei nostri cari e...
a rileggerci presto!

 
 
Con questa ricetta partecipo al contest "Regalami una ricetta" de Il gatto ghiotto
in collaborazione con CuoreDi
 
 
 
 

 

venerdì 7 novembre 2014

Treccia Danese


Che la Parodi non a tutti piaccia, beh questo è un dato di fatto.
 
Un po' troppo approssimativa credo che effettivamente lo sia.
O che i suoi piatti spesso diano l'idea di esser suggeriti da un 
"buttiamo quei due - tre ingredienti a caso e vediamo cosa ne viene fuori".
 
Qualche volta, però, a quel donnino lì voglio dare fiducia.
 
E con questa ricetta devo dire di aver fatto proprio bene se,
 questa morbida e deliziosa treccia,
è diventata uno dei miei dolci preferiti, adatto,
 ça va sans dire,
alla colazione ma anche ad una merenda sana e golosa.
 

 
Con qualche lieve variante, eccovi la ricetta.
 
INGREDIENTI:
 
1/2 cubetto di lievito di birra
60 g. di burro fuso
50 g. zucchero
200 g. farina 00
125 g. farina Manitoba
1/2 uovo
la scorza grattugiata di un'arancia
 
-per completare
1/2 uovo
1/2 barattolo di confettura di lamponi
una manciata di mandorle a lamelle
zucchero di canna q.b.
 
PREPARAZIONE:
 
In una terrina molto capiente, stemperate il lievito nel latte tiepido,
poi unite il burro fuso,
 l'uovo (sbattetene uno in un piatto e versatene nella terrina la metà),
la scorza d'arancia (consiglio di usarla, contribuirà a coprire il sapore del lievito)
 e le farine.
Impastate energicamente per 10 minuti.
 


 
Formate un panetto, incidetevi una croce e lasciatelo lievitare
 al coperto e al caldo per almeno tre ore.
 

Trascorso questo tempo avrete ottenuto un pasta gonfia e liscia.

 
Rovesciate l'impasto su un foglio di carta forno e, con l'aiuto del mattarello,
stendetelo e dategli la forma di un rettangolo.
 
Con l'aiuto di uno stampo da plumcake incidete un rettangolo più piccolo al centro della pasta
 e anche due linee parallele ai lati più lunghi.

 
Ora incidete delle linee oblique.

 
Farcite con la confettura e con le mandorle a lamelle.
 

 
Ripiegate prima i lembi più corti.
 

 
Poi procedete a formare la treccia alternando le striscioline oblique.
 

 
Infine, mettete la treccia su una leccarda e spennellatela col mezzo uovo rimasto.

 
Cospargete con dello zucchero di canna e cuocete a 180° per circa 20'.
 

 
Ecco il risultato.

 
Qui due piccoli panini, ripieni di crema di nocciole, che ho ottenuto con un po' di impasto avanzato.


Inutile dirvi che, gustata ancora calda, è spettacolare.
Anzi, meglio tiepida...la confettura incandescente non è proprio il massimo ;)
 

 
Buona anche fino a due giorni dopo, l'importante è tenerla chiusa in un sacchetto e riscaldarla leggermente in forno per farla tornare morbida.

 
Ed eccovi la foto dell'interno.
Enjoy it.

 
 Mi è piaciuto particolarmente eseguire questa ricetta perché, 
anche se spesso mi manca il tempo,
 amo cimentarmi con gli impasti lievitati e perché adoro i dolci da colazione
 perciò l'ho scelta per partecipare a "Cucina che ti passa" - il contest.
 
 

venerdì 13 giugno 2014

La Torta Mantovana di Prato di Pellegrino Artusi

 
 
Chi mi segue da un po' avrà senza dubbio capito che quel che mi appassiona di più del cucinare e dell'avventura del foodblog è allargare le mie conoscenze gastronomiche e renderne partecipi gli altri.
  
Perché sapere che quello che stai assaporando ha dietro di sé una storia, un autore, una tradizione...beh, credo che renda il tutto più bello e...quasi magico.
 
La torta che vi presento oggi, a dispetto del nome, è un dolce tipico pratese.
Pare che nel 1875, due suore mantovane in pellegrinaggio verso Roma furono ospitate dal noto pasticciere di Prato, Antonio Mattei, al quale fecero dono della ricetta per ringraziarlo della sua generosità.
  
La ricetta, poi, venne codificata dal grande Pellegrino Artusi, scrittore, gastronomo, critico letterario e toscano d'adozione, ricordato soprattutto per la sua opera "La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene", una sorta di manuale di cucina a cui l'autore applicò il metodo positivista: ogni ricetta, infatti, è, come diremmo oggi, "scientificamente provata".
 


Vi riporto la ricetta originale, scritta di pugno dall'Artusi e trovata qui

 INGREDIENTI:

farina, grammi 170
zucchero, grammi 170
burro, grammi 150
mandorle e pinoli, grammi 50 (io 100)
uova intere, n. 1
rossi d'uovo, n. 4
odore di scorza di limone

PREPARAZIONE:

L'Artusi così scriveva:

"Si lavorano prima per bene col mestolo, entro una catinella, le uova collo zucchero; poi vi si versa a poco per volta la farina, lavorandola ancora, e per ultimo il burro liquefatto a bagno-maria.
Si mette il composto in una teglia di rame unta col burro e spolverizzata di zucchero a velo e farina o di pangrattato e si rifiorisce al disopra con le mandorle e i pinoli.
I pinoli tagliateli in due pel traverso e le mandorle, dopo averle sbucciate coll'acqua calda e spaccate per il lungo, tagliatele di traverso, facendone d'ogni metà quattro o cinque pezzetti.
Badate che questa torta non riesca più grossa di un dito e mezzo o due al più onde abbia modo di rasciugarsi bene nel forno, che va tenuto a moderato calore.
Spolverizzatela di zucchero a velo e servitela diaccia, che sarà molto aggradita".

Eccovi la "versione moderna":

Imburrate una teglia da 24 cm. di diametro e, con una mandolina o coltello, spezzettate grossolanamente mandorle e pinoli.

Grattugiate la scorza di un limone e preriscaldate il forno a 180°, modalità statica.

Lavorate in una terrina i tuorli, l'uovo intero e lo zucchero aiutandovi con le fruste elettriche.

Intanto fate fondere il burro e fatelo raffreddare.

Al composto di uova e zucchero aggiungete la farina setacciata, la scorza di limone e il burro.

Versate nella tortiera, completate con la frutta secca in superficie e infornate per 30 minuti (a me, in realtà, son serviti solo 15').

Spolverizzate con zucchero a velo.

Otterrete una dolce superbo, semplice ma direi quasi elegante.



 
Con questa ricetta partecipo al contest Buffet de Il gatto ghiotto in collaborazione con Terre Ducali - Parma
 
 
 
e al giveaway "Purchè sia dolce" di Dolci per passione...salati  per amore