Il piatto di oggi trae le sue origini dalla Toscana, precisamente dalla Maremma grossetana,
ma può considerarsi, a buon diritto,
uno dei piatti della tradizione culinaria nazionale.
Toscane sono anche le "pappardelle", il formato di pasta imprescindibile per questo piatto.
Una curiosità: il nome pappardelle discende da "pappare",
che nel dialetto toscano significa "mangiare con gusto, con gioia".
E, credetemi, assaporare questo piatto, magari innaffiato da un corposo Chianti
e da tante chiacchiere in compagnia di buoni amici,
non può che suscitare gioia.
INGREDIENTI:
600 g. di macinato di cinghiale
una carota
una costa di sedano
uno spicchio d'aglio
1/2 cipolla
1/2 bicchiere scarso di olio evo
1 l. di passata di pomodoro
1/2 bicchiere di vino rosso
sale
500 g. di pappardelle all'uovo
-per la marinatura:
1 cipolla
tre o quattrofoglie di alloro
due spicchi d'aglio
una costa di sedano
vino rosso q.b.
PREPARAZIONE:
Operazione preliminare è quella di far marinare la carne almeno 24 ore prima della cottura.
Per farlo basterà mettere in una terrina la carne con gli odori elencati e coprire con del vino rosso.
Tenetela in frigo.
Il giorno dopo, in una casseruola soffriggete, in olio evo, l'aglio con un battuto fino
di carota, sedano e cipolla.
Fate rosolare qualche minuto, poi, unite la carne (strizzata dal vino),
salate e lasciate cuocere qualche altro minuto.
A questo punto aggiungete il vino e aspettate che sia completamente sfumato
prima di aggiungere la passata.
Ora non vi resta che tenere il fuoco al minimo e lasciar cuocere per almeno un'ora e mezza,
girando di tanto in tanto.
A cottura ultimata, condite le pappardelle con il ragù.
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