sabato 20 dicembre 2014

Vanillekipferl - cornetti alla vaniglia

 

 
A Natale è usanza preparare e regalare i biscotti - e questo ogni foodblogger lo sa benissimo, sono settimane che da un blog all'altro rimbalzano biscotti di ogni tipo - e così, anche io, ho voluto onorare la tradizione: i biscotti li ho preparati...fa lo stesso se non li ho regalati? ;) 
 
La scelta è ricaduta sui vanillekipferl, stretti parenti del kipferl (croissant in Francia e cornetto in Italia) ossia dei biscotti natalizi tipici dell'Austria,
ma che è facile trovare anche nelle cucine tedesche e altoatesine.
 
Il kipferl, forse non tutti lo sanno, è legato alla storia e precisamente al tentativo
dell'impero ottomano di conquistare l'Europa e minacciare l'intera cristianità.
 
Nel 1683, i Turchi, che erano giunti fin sotto le mura di Vienna, stavano tentando di espugnare la città dal basso, costruendo una fitta rete di gallerie sotterranee.
Pare, però, che,
e a questo punto la storia si confonde col mito,
gli unici austriaci svegli di notte - ossia i fornai - sentendo dei rumori sospetti diedero l'allarme consentendo così, dopo lunghe battaglie, la resa turca.
 
Il re di Polonia, Giovanni III Sobieski, che aveva guidato le truppe cristiane sino alla vittoria,
chiese ai fornai viennesi di creare un dolce per celebrare l'avvenimento e venne così ideato il kipferl, cioè la mezzaluna, con un evidente rimando al simbolo dei vinti.
 
Vanillekipferl
(da "Dolci Dolomiti" di H. Gaisteger)
ricetta letta qui
 
INGREDIENTI:
 
150 g. farina 00
60 g. farina di mandorle
110 g. burro freddo, di buona qualità
60 g. zucchero a velo
2 tuorli
i semi di mezza bacca di vaniglia
un pzc. sale
 
zucchero a velo per completare
 
PREPARAZIONE:
 
In una ciotola setacciare la farina, poi amalgamarla a quella di mandorle e al sale.
 
Unire il burro a pezzi
(io uso il Milbona, ottimo burro da centrifuga tedesco, che trovo da Lidl ed MD)
e lavorare con la punta delle dita sino ad ottenere una sorta di composto bricioloso.
 
Aggiungere lo zucchero e i semini di vaniglia.
 
Unire i tuorli ed impastare velocemente fino ad ottenere un bel panetto omogeneo.
 
Avvolgetelo nella pellicola trasparente e tenetelo in frigo almeno un'ora.
 
Riprendete l'impasto e, bilancia alla mano, dividetelo in tanti pezzi da 25 grammi.
 
Da ogni pezzo ricavate un cilindro di circa 11-12 cm.

 
Dategli la forma di una mezza luna e disponete i biscotti così ottenuti su una teglia
foderata di carta forno.


 
Infornate a 180° per 10 minuti.
 
Saranno pronti quando la base avrà assunto un bel colore dorato.
 
Completate con lo zucchero a velo e conservateli chiusi in una scatola di latta.
 



 
Con questa ricetta Miel&Mandorle vi augura di trascorrere un sereno Natale circondati dall'amore dei nostri cari e...
a rileggerci presto!

 
 
Con questa ricetta partecipo al contest "Regalami una ricetta" de Il gatto ghiotto
in collaborazione con CuoreDi
 
 
 
 

 

mercoledì 17 dicembre 2014

Insalata di rinforzo

Chi ha letto i miei post si sarà reso conto che tra le mie ricette spuntano spesso piatti della tradizione tipica napoletana e campana.
La cucina basso-molisana, infatti, è influenzata grandemente da quella
della vicinissima Campania e, come potete ben immaginare, non è che la cosa dispiaccia.
Del resto di questa cucina sono ben note la fantasia, l'estro e la golosità.

Il piatto che vi propongo oggi è un contorno famosissimo, che compare sulle nostre tavole durante il periodo invernale e che è immancabile la sera della vigilia di Natale.

Sul motivo del suo nome le teorie più accreditate sono tre.

Quella più diffusa, secondo la quale il nome deriva dal fatto che l'insalata, man mano che si consuma, va rinforzata aggiungendo nuovi ingredienti, è però un luogo comune.

La seconda attribuisce  il termine "rinforzo" all'impiego dell'aceto ed al sale di acciughe e capperi che rafforzerebbero il sapore del cavolfiore o, addirittura, l'appetito.

In realtà, ad essere rinforzata non è né l'insalata né l'appetito bensì la cena stessa.
Secondo la tradizione, infatti, la cena della Vigilia di Natale deve essere leggera, "di magro": l'insalata, invece, va a "rinforzare" questa cena, rendendola così più sostanziosa.


INGREDIENTI:

1 grosso cavolfiore
circa 100 g. di peperoni sott'aceto (le cd. "pappacelle")
circa 50 g. di alici sott'olio
circa 100 g. di olive verdi
sale
olio evo
 
PREPARAZIONE:

La preparazione è estremamente semplice.

Per prima cosa lavate il cavolfiore, dividetelo in cimette e lessatele in acqua bollente salata per 10 minuti circa. Dovranno essere ancora sode, non lasciatele "spappolare".
Scolatele e ponetele nel piatto in cui servirete l'insalata.

Al cavolfiore aggiungete le alici, i peperoni a filetti, le olive, il sale e un generoso giro d'olio.

Si conserva per 3-4 giorni.
 

 
 Con questa ricetta partecipo al contest "Ricette di Natale" di Una mamma che cucina
 
 
 
 



sabato 13 dicembre 2014

La Torta di Nocciole delle Langhe

 
 
 
 
 
La torta di nocciole, specialità tipica della zona meridionale del Piemonte,
in particolare delle Langhe,
è un dolce che mi ha sempre incuriosito
e di cui speravo da tempo di potermi cimentare nella preparazione.
 
Si tratta di una torta dalle origini contadine e povere,
che le massaie d'un tempo preparavano per il periodo natalizio
per utilizzare le nocciole avanzate dal raccolto estivo.
 
Ho anche letto che, proprio per via della sua origine contadina e delle numerose varianti e aggiunte che se ne potevano rinvenire (cacao, rhum, niente farina, ecc.),
 una ricetta codificata non esisteva.
 
Solo di recente è nato un disciplinare voluto dai pasticceri della zona
con il nome di "torta Cortemilia"
 che prevede l’utilizzo di ingredienti base come uova, zucchero, burro e nocciole Piemonte IGP
in una percentuale non inferiore al 40 per cento.
Uniche varianti concesse:
un’aggiunta di farina di grano tenero o di lievito vanigliato.
Esclusi, invece, gli additivi o altri ingredienti.
 
Così, quando sono riuscita a procurarmi un sacchetto di Nocciola Piemonte I.G.P.,
varietà Tonda Gentile,
 ho resistito davvero poco e mi sono subito messa all'opera.
 
Il risultato è straordinario.
Otterrete una torta dal sapore rustico ma allo stesso tempo delicato,
soffice e scioglievole.
 
Davvero un'esperienza da provare.
 
 
 INGREDIENTI:
 
235 g. nocciole
100 g. burro (per me, 65 ml. olio evo)
2 tuorli
4 albumi
165 g. zucchero
65 g. farina 00
1 pizzico di sale
1/2 bustina lievito per dolci
 
 
 
PREPARAZIONE:
 
Tritare nel mixer le nocciole con un po' di zucchero (preso dal totale) e mescolare la polvere così ottenuta allo zucchero restante e alla farina e al lievito setacciati.
 
Preriscaldare il forno - in modalità statica - a 180°
e imburrare e infarinare una teglia dal diametro di 24 cm.
 
Battere leggermente i tuorli e far fondere il burro.
 
A parte montare a neve gli albumi.
 
Al primo composto (il mix di farine e lievito) aggiungere i tuorli,
il burro, il pizzico di sale e gli albumi.
 
Amalgamare con una spatola, con movimenti delicati dal basso verso l'alto, e versare nella teglia.
 
Cuocere per circa 20-25', facendo la prova stecchino.
 
 
 
Servire una volta fredda, magari accompagnandola da un calice di Moscato d'Asti DOCG.
 
 
 
 
Con questa ricetta partecipo al Giveaway di Vaty "Food&Travel"
per la sezione Food...
 
 
e...al Giveaway de L'Araba Felice!
Ma vi pare che potevo perdermelo?!
Non esagero se vi dico che Stefania, con poche altre blogger, è la mia guru...una fonte inesauribile di idee, ricette e "furbate" pazzesche!
Se non ci fosse bisognerebbe inventarla.
E, a coronamento del tutto, è una persona sempre carina e disponibile...peccato sia così lontana, non sapete che farei per averla come amica.
Anzi no, la vedo come la vicina di casa ideale, quella che al super dimentica lo zucchero, te ne chiede un po' in prestito e poi, per sdebitarsi, ti porta una sua creazione!
 
 
 
 

martedì 9 dicembre 2014

Pappardelle al ragù di cinghiale


 
Il piatto di oggi trae le sue origini dalla Toscana, precisamente dalla Maremma grossetana,
ma può considerarsi, a buon diritto,
uno dei piatti della tradizione culinaria nazionale.
 
Toscane sono anche le "pappardelle", il formato di pasta imprescindibile per questo piatto.
Una curiosità: il nome pappardelle discende da "pappare",
che nel dialetto toscano significa "mangiare con gusto, con gioia". 
 
E, credetemi, assaporare questo piatto, magari innaffiato da un corposo Chianti
 e da tante chiacchiere in compagnia di buoni amici,
non può che suscitare gioia.
 
 
INGREDIENTI:
 
600 g. di macinato di cinghiale
una carota
una costa di sedano
uno spicchio d'aglio
1/2 cipolla
1/2 bicchiere scarso di olio evo
1 l. di passata di pomodoro
1/2 bicchiere di vino rosso
sale
500 g. di pappardelle all'uovo
 
-per la marinatura:
1 cipolla
tre o quattrofoglie di alloro
due spicchi d'aglio
una costa di sedano
vino rosso q.b. 
 
 
PREPARAZIONE:
 
Operazione preliminare è quella di far marinare la carne almeno 24 ore prima della cottura.
Per farlo basterà mettere in una terrina la carne con gli odori elencati e coprire con del vino rosso.
Tenetela in frigo.
 
Il giorno dopo, in una casseruola soffriggete, in olio evo, l'aglio con un battuto fino
 di carota, sedano e cipolla.
 
Fate rosolare qualche minuto, poi, unite la carne (strizzata dal vino),
salate e lasciate cuocere qualche altro minuto.
 
A questo punto aggiungete il vino e aspettate che sia completamente sfumato
 prima di aggiungere la passata.
 
Ora non vi resta che tenere il fuoco al minimo e lasciar cuocere per almeno un'ora e mezza,
girando di tanto in tanto.
 
A cottura ultimata, condite le pappardelle con il ragù.


 
 
 

 
 
 
 
 


venerdì 5 dicembre 2014

Torta cioccolato e pere

 

Quando si ha bisogno di una coccola, di un momento di vero relax e di comfort food...
a me viene in mente lei: la torta cioccolato e pere.
 
Se fatta con un buon cioccolato, con almeno il 70% di cacao, è perfetta.
 
La dolcezza delle pere,
in questo caso caramellate in burro e zucchero,
 si sposa perfettamente col gusto un po' amaro del cioccolato fondente.
 
Un ottimo rhum d'annata, una fetta di torta, magari un film in compagnia e...
la serata è bella che organizzata.
 
 
INGREDIENTI:
 
2-3 pere mature ma sode (Decana, Kaiser, Coscia...fate voi)
125 g. burro + altro per caramellare le pere
200 g. cioccolato fondente
150 g. zucchero + altro per caramellare le pere
3 uova
1 cucchiaio di farina
 
 
PREPARAZIONE:
 
Imburrate e infarinate uno stampo da 20 cm di diametro.
 
Sbucciate le pere, tagliatele a fettine regolari.
In un pentolino fate fondere una noce di burro e aggiungete le pere.
 Fate caramellare spolverizzando con dello zucchero (un cucchiaio basterà) e,
 una volta ammorbidite,
togliete dal fuoco.
 
A parte fate fondere burro e cioccolato.
 
Separate i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve.
 
Fate intiepidire il composto di burro e cioccolato, trasferitelo in una terrina e aggiungete lo zucchero. Amalgamate bene, poi aggiungete i tuorli uno alla volta, mescolando bene.
 
Ora aggiungete la farina setacciata e gli albumi a neve,
mescolando delicatamente dal basso verso l'alto.
 
Versate il composto nella tortiera, completate con le fettine di pera a raggiera sulla superficie
 e fate cuocere a 180° per 30-35 minuti.
 
Fate raffreddare e servite, ben fredda.
Il giorno dopo sarebbe l'ideale.
 
Se volete, spolverizzatela con zucchero a velo.




Perdonatemi, non posto le foto dell'interno della torta perché, questa volta, è stata un regalo per una mia cara amica e capirete bene che non ho potuto tagliarla.
 
L'interno, per dovere di cronaca, è delizioso.
Un mattoncino nero nero, morbido e profumato.
Ricorda la consistenza della torta caprese, avete presente?
Ovviamente sarà omogeneo
- perché, a differenza della caprese non è presente la farina di mandorle -
e dovete considerare che, in superficie, ci sono delle pere caramellate...
direi quasi croccante fuori e morbido dentro.
 
 Vi è venuta voglia di provarla, vero?



 

lunedì 1 dicembre 2014

Scarole stufate

Le scarole stufate sono uno dei contorni preferiti a casa, abbastanza veloce da preparare, sano e, cosa che non guasta, leggero.
E anche vegetariano/vegano, non prevedendo prodotti di origine animale.
Ma soprattutto: buono.
E questa mi sembra la cosa più importante.
 
INGREDIENTI:
 
2 cespi di scarola
2-3 spicchi d'aglio
80 g. circa di olive nere
1 cucchiaio di capperi
sale e pepe
olio evo
peperoncino (facoltativo)
 
PREPARAZIONE:
 
Eliminate dalla scarola le foglie esterne più dure e lavatela per bene sotto l'acqua corrente.
 
Mettete le foglie di scarola in una pentola capace, ancora grondanti d'acqua e lasciate cuocere per qualche minuto, fino ad ammorbidirle.
 
A parte fate soffriggere, in una padella, olio, aglio e peperoncino.
Unite la scarola, i capperi e le olive.
Salate e pepate, coprite e lasciate cuocere per una decina di minuti.
 
Servite ben caldo.



domenica 23 novembre 2014

Torta alla ricotta e cioccolato bianco

 
Direttamente dal blog di Assunta, una meraviglia per iniziare al massimo la giornata.
 
Anzi no.
 
Siamo sinceri: questa torta è assolutamente perfetta
anche col caffè dopo pranzo,
per una golosa merenda,
per la coccola dolce del
dopocena o, perché no,
per uno spuntino di mezzanotte!
 
Insomma, una vera delizia da gustare h24!
 
INGREDIENTI:
 
300 g di farina 00 (io 275)
150 g di zucchero semolato
4  uova
50 g di burro fuso freddo (per me, 30 ml olio evo)
250 g di ricotta
1/2 bicchiere di latte
150 g di cioccolato bianco grattugiato
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
buccia grattugiata di limone q.b.
1 bustina di lievito per dolci (io 1/2)
1 pizzico di sale

Montate le uova con lo zucchero,
aggiungete la ricotta stemperata con il mezzo bicchiere di latte e mescolate bene.
 
Unite il burro, l'estratto di vaniglia, la buccia di limone grattugiata e il pizzico di sale.

 Incorporate la farina, precedentemente setacciata con il lievito, e il cioccolato bianco grattugiato.

 Amalgamate bene il composto poi, versatelo in una teglia da 24 cm di diametro ben imburrata e infarinata.
 
Infornate, in forno statico,a 180° per  30-35  minuti.

 Fate comunque la prova stecchino.




mercoledì 19 novembre 2014

Hachis Parmentier...ossia il pasticcio di carne e patate secondo i francesi.

 
Finalmente, quest'oggi, vi propongo un piatto francese.
 
Dico "finalmente" perché, nonostante la cucina francese sia piuttosto presente sulla mia tavola, avendo mia madre vissuto per oltre vent'anni a Parigi, fino ad oggi non vi avevo ancora proposto...rien de français.
 
Inizio quindi con un piatto relativamente sconosciuto ai più: l'Hachis Parmentier.
 
Si tratta di una sorta di pasticcio di carne e patate,
molto simile all'anglosassone Shepherd's pie,
che prende il nome da Antoine Augustin Parmentier, agronomo, farmacista e nutrizionista francese, vissuto nel Diciottesimo secolo, a cui si deve la diffusione della patata.
 
Fu lui, infatti, dapprima a cibarsene per necessità - durante la guerra dei Sette Anni,
fatto prigioniero dai Prussiani, fu costretto a mangiarne per non morire di fame - e poi a studiarne le proprietà e, convinto anche Luigi XVI della bontà della sua idea,
la patata smise finalmente di esser bistrattata (e considerata addirittura "prodotto del diavolo")
 ed ebbe inizio la sua larga fortuna, che continua tuttora.
 
Per ottenere l'appoggio del sovrano, Parmentier, durante un ballo di corte il 25 agosto 1785,
si presentò con un fiore di patata all'occhiello
e fece servire agli ospiti delle patate lesse condite con degli spaghetti
(roba da far rabbrividire noi italiani...questa storia della pasta come contorno non la capirò mai
ma tant'è...).
 
Fu un grande successo e questa data si può considerare come il "trionfo delle pommes de terre", divenuto, in questo modo, un cibo da bocche nobili.
 
Per favorirne poi la diffusione ad ogni strato sociale, Parmentier, in complicità col re,
ideò uno stratagemma: seminò patate in un grande appezzamento di terra, nella regione delle Tulieries, che fece sorvegliare da gendarmi armati che avevano, però, l'ordine di lasciarlo incustodito durante la notte.
Il tubero, ormai considerato un boccone da re, in mancanza di sorveglianza durante la notte, veniva così rubato dalla gente del posto (info tratte da qui).
 
Per quanto riguarda il nome del piatto, "hachis" sta a sottolineare una preparazione in cui gli ingredienti sono tritati o sminuzzati;
la radice, infatti, è la stessa del termine inglese "hatchet", accetta.
 
Ora, però, vi lascio la ricetta.
 
E' l'hachis di casa mia, quella che da nonna è arrivata a mia madre e da lei a me.
 

 
INGREDIENTI:
 
1 kg. di patate
500 g. di carne di manzo macinata
1 cipolla
1 grosso spicchio d'aglio
prezzemolo a piacere
1 uovo
circa 100 g. di burro
300 ml. di latte
noce moscata
sale
pepe
pangrattato a piacere
 
PREPARAZIONE:
 
Sbucciate le patate, tagliatele in grossi pezzi e ponete in una casseruola con acqua fredda.
Cuocetele, salando a metà cottura, per trenta minuti dall'ebollizione.
 
In una padella fate rosolare la carne macinata con una noce di burro e fate raffreddare.
 
In un'altra padella fate trasudare la cipolla, affettata sottilmente, con del burro.
Mescolate spesso e, una volta traslucida, togliete dal fuoco.
 
In una terrina riunite la carne ben fredda, il prezzemolo sminuzzato, le cipolle e l'uovo intero.
Aggiustate di sale e pepe e amalgamate bene.
 
Una volta cotte, prendete le patate e passatele con lo schiaccia patate.
 
In un pentolino fate scaldare, a fuoco dolce, il latte.
Al purè di patate aggiungete una grossa noce di burro e, infine, il latte caldo.
Mescolate fino ad ottenere un composto cremoso e fluido.
Aggiustate di sale, pepe e noce moscata.
 
Imburrate una pirofila (o dei ramequins, come ho fatto io, per delle mono porzioni) e ricoprite con metà del purè.
 
Aggiungetevi la carne e completate con l'altra metà del purè.

Spolverate con del pangrattato.
 
Infornate, in forno già caldo, a 200° sino ad ottenere un bel colore dorato.
 
A cottura ultimata, servite immediatamente.
 

 

 
Con questa ricetta partecipo al Settimo Contest di Agriturismo Ca' Versa
 
 

sabato 15 novembre 2014

Pumpkin Cake e...quando il blog coinvolge la famiglia.

 
Credevate fosse terminata l'infinita saga delle
- concedetemi l'inglese, alle volte fa più figo -
"pumpkin-recipes"?
 
E invece, no.
 
Ottobre, si sa, complice la festa di Halloween, è tutto un fiorire di ricette che ci propongono
 millemila modi di usare la zucca, dal dolce al salato.
 
E, lo avrete notato qui, qui, e pure qui, io non sono certo stata da meno.
 
Oggi, però, vi suggerisco una ricetta dolce:
si tratta di una ricetta, scovata nonmiricordoassolutamentedove parecchio tempo fa,
che ne indicava gli U.S.A. come la patria.
 
In effetti ha un sapore e una consistenza particolari, e credo sia tutto merito della noce moscata.
Il risultato sarà un soffice ed umido cake, perfetto per la colazione.
 
Per le foto, in vero mood autunnale si ringraziano:
 la nonna che, 
socia onoraria del NSBVN (Non Si Butta Via Niente),
mi ha munito della tavola che vedete - la desideravo ardentemente, perché, ormai,
non sei una vera foodblogger se non hai la tavola di legno grezzo -
e i miei genitori, sguinzagliati come cani da tartufo, alla ricerca di ghiande e fogliame.
 
Aaaaah, che mondo sarebbe senza la famiglia?
 
INGREDIENTI:
 
350 g. zucca (pesata senza buccia e senza semi)
125 l. di yogurt al naturale
3 uova
175 g. zucchero di canna, meglio se grezzo
100 g. burro fuso (per me, 65 ml olio evo)
200 g. farina 00
50 g. fecola
1 bustina di lievito
1 cucchiaino di noce moscata grattugiata
 
 
PREPARAZIONE:
 
Nel mixer frullate la zucca e lo yogurt.
 
Preriscaldate il forno a 180°.
 
A parte montate le uova con lo zucchero.
 
Aggiungete il burro fuso e incorporate il composto di yogurt e zucca.
 
Unite farina, fecola e lievito setacciati.
 
Versate in uno stampo da cake, imburrato e infarinato.
 
Infornate e cuocete per 40-45', facendo, comunque, la prova stecchino.
 
Una volta raffreddato, sformate e spolverate con zucchero a velo.
 

 

 

 

 
 
Con questa ricetta partecipo al contest "Orange is the new black"
 
 
 
 

martedì 11 novembre 2014

Cortecce con salsiccia e porcini

 
Com'è ovvio, la passione per la cucina da qualcuno dovevo pur ereditarla.
 
Se dalla nonna ho ereditato l'amore per gli impasti, dalla mamma di sicuro ho tratto la voglia di cucinare la pasta in modo sempre nuovo.
 
E così, quando mi ha suggerito di provare questa ricetta, che tra l'altro ha scovato lei qui, non ho potuto non darle retta.
 
E' un piatto di pasta davvero notevole, del resto salsiccia e porcini sono un'abbinata di tutto rispetto.
 
Il blog da cui è tratto, poi, è davvero ben fatto. Uno dei miei preferiti in assoluto, per cui la ricetta vale davvero la pena di esser provata.
 
INGREDIENTI:
 
500 g. di cortecce all'uovo (o altro formato a vostra scelta)
300 g di funghi porcini
2 salsicce
250 g di pomodori datterini
uno spicchio d'aglio
1/2 peperoncino piccante
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extra vergine d'oliva
prezzemolo
 
 
PREPARAZIONE:

In padella fate soffriggere nell'olio lo spicchio d'aglio e il peperoncino, poi eliminateli ed aggiungete i funghi tagliati a fettine.
 
Fate cuocere a fuoco vivo fino a completo assorbimento dell’acqua prodotta dai funghi e aggiungete la salsiccia sbriciolata e privata del budello.
 
Fate rosolare per alcuni minuti e poi sfumate con il vino bianco, fate evaporare ed unite i pomodorini tagliati a metà.
Fate cuocere fino a che saranno appassiti.
 
Cuocete la pasta, versatela nella padella con il condimento e fate saltare aggiungendo, in ultimo, il prezzemolo tritato.
 
 
 
 
Con questa ricetta partecipo al contest Funghi porcini di Quel gran pezz di cucina
 
 
 

venerdì 7 novembre 2014

Treccia Danese


Che la Parodi non a tutti piaccia, beh questo è un dato di fatto.
 
Un po' troppo approssimativa credo che effettivamente lo sia.
O che i suoi piatti spesso diano l'idea di esser suggeriti da un 
"buttiamo quei due - tre ingredienti a caso e vediamo cosa ne viene fuori".
 
Qualche volta, però, a quel donnino lì voglio dare fiducia.
 
E con questa ricetta devo dire di aver fatto proprio bene se,
 questa morbida e deliziosa treccia,
è diventata uno dei miei dolci preferiti, adatto,
 ça va sans dire,
alla colazione ma anche ad una merenda sana e golosa.
 

 
Con qualche lieve variante, eccovi la ricetta.
 
INGREDIENTI:
 
1/2 cubetto di lievito di birra
60 g. di burro fuso
50 g. zucchero
200 g. farina 00
125 g. farina Manitoba
1/2 uovo
la scorza grattugiata di un'arancia
 
-per completare
1/2 uovo
1/2 barattolo di confettura di lamponi
una manciata di mandorle a lamelle
zucchero di canna q.b.
 
PREPARAZIONE:
 
In una terrina molto capiente, stemperate il lievito nel latte tiepido,
poi unite il burro fuso,
 l'uovo (sbattetene uno in un piatto e versatene nella terrina la metà),
la scorza d'arancia (consiglio di usarla, contribuirà a coprire il sapore del lievito)
 e le farine.
Impastate energicamente per 10 minuti.
 


 
Formate un panetto, incidetevi una croce e lasciatelo lievitare
 al coperto e al caldo per almeno tre ore.
 

Trascorso questo tempo avrete ottenuto un pasta gonfia e liscia.

 
Rovesciate l'impasto su un foglio di carta forno e, con l'aiuto del mattarello,
stendetelo e dategli la forma di un rettangolo.
 
Con l'aiuto di uno stampo da plumcake incidete un rettangolo più piccolo al centro della pasta
 e anche due linee parallele ai lati più lunghi.

 
Ora incidete delle linee oblique.

 
Farcite con la confettura e con le mandorle a lamelle.
 

 
Ripiegate prima i lembi più corti.
 

 
Poi procedete a formare la treccia alternando le striscioline oblique.
 

 
Infine, mettete la treccia su una leccarda e spennellatela col mezzo uovo rimasto.

 
Cospargete con dello zucchero di canna e cuocete a 180° per circa 20'.
 

 
Ecco il risultato.

 
Qui due piccoli panini, ripieni di crema di nocciole, che ho ottenuto con un po' di impasto avanzato.


Inutile dirvi che, gustata ancora calda, è spettacolare.
Anzi, meglio tiepida...la confettura incandescente non è proprio il massimo ;)
 

 
Buona anche fino a due giorni dopo, l'importante è tenerla chiusa in un sacchetto e riscaldarla leggermente in forno per farla tornare morbida.

 
Ed eccovi la foto dell'interno.
Enjoy it.

 
 Mi è piaciuto particolarmente eseguire questa ricetta perché, 
anche se spesso mi manca il tempo,
 amo cimentarmi con gli impasti lievitati e perché adoro i dolci da colazione
 perciò l'ho scelta per partecipare a "Cucina che ti passa" - il contest.